5 aprile 2013



Mercoledì i Blackmail sono passati da Milano insieme ai Waines.
Quello che hanno offerto è stato un concerto tirato e convincente, confermando le impressione che mi avevano già dato con il loro disco.
Prima dei Blackmail voglio però spendere due parole per la band palermitana, perché se le meritano... anche molte più di due.



Si fa spesso un gran parlare di band indie italiane che vengono indicate come imperdibili, solo perché hanno il giusto "appeal del top", come direbbe Crozza-Briatore, si vestono bene o perché nei testi hanno un paio di frasi simpatiche. Gruppi che puntualmente si rivelano un pacco, e finiscono nel dimenticatoio nel giro di mezzo disco.
I Waines sono l'esatto opposto,  fanno un blues-garage solido e molto convincente da tempi non sospetti, non fanno porno-sugar-pop, non hanno testi simpatici in italiano per far cantare i ragazzetti, ma suonano da paura e hanno un tiro che se non ti sposti in tempo finisci all'ospedale.
Quindi se avete l'occasione di vederli dal vivo, non perdetela.




I Blackmail arrivano sul palco e dopo un inizio un po' legato e il giusto tempo per prendere confidenza con i suoni e il locale, iniziano anche loro a menare forte sugli strumenti.
La scaletta scorre veloce senza lasciare troppo spazio fra un pezzo e l'altro, cosa che aiuta molto a mantenere la "tensione" alta.

L'apertura, come da tradizione, è affidata a "Impact", la prima traccia del nuovo disco che ben si presta a svolgere questa funzione. All'inizio la voce risulta un po' troppo sopra gli strumenti e troppo "secca", ma dopo un paio di pezzi l'amalgama dei suoni è migliorata e con lei l'impatto della band.
Dopo "Impact" si pesca subito nel passato con "Evon" e poi arriva la prima scossa della serata: "The Rush" suona la carica e da lì in poi il concerto andrà sempre più in crescendo, infatti subito dopo arriva un altro recente singolo che dal vivo ha una resa ottimale. Sto parlando di "Deborah" da "Anima Now".



La scaletta del concerto pesca equamente in quasi tutti i dischi della band con una leggera preferenza per "Tempo Tempo" e "Friend or Foe" e l'ultimo arrivato naturalmente.
Dal vivo si sente nettamente la differenza fra i pezzi pre e post "Anima Now", anche il nuovo cantante si fa influenzare e la sua voce si "molkizza" un po' per seguire le linee tracciate dal precedente.
L'impressione di agilità e  freschezza dei nuovi brani è amplificata, e "Shine" si conferma un gran pezzo e ci mostra anche che Kurt Ebelhauser è un gran manico, così come il batterista che nonostante sia "poco armonioso" nelle movenze, pesta come un fabbro dall'inizio alla fine, e riesce a dare un gran tiro ai pezzi.

Alla fine quello che ne risulta è un bel concerto, di una band che sa fare bene il suo mestiere, lo fa da vent'anni e si sente. Il finale è lasciato a "Friend" da "Friend or Foe" con una lunga coda strumentale, forse un po' troppo lunga, ma da modo alla band di esprimere tutta la sua potenza.
Questo live ha mostrato che i Blackmail sono più che mai vivi e in salute con un'occhio ben puntato verso il futuro. Il loro mix fra nuovi e vecchi componenti, giovani e "vecchi" che mischiano energia, esperienza, freschezza e storia è una formula che per loro funziona alla grande.


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