28 settembre 2011


La tanatosi è quella tecnica di difesa, o attacco, attuata da alcuni animali che consiste nel fingere di essere morti per evitare di essere mangiati o per attaccare il malcapitato che si avvicina. Addirittura alcuni rettili rilasciano anche un liquido maleodorante che simula l'odore della carne in putrefazione.

Il  governo Berlusconi è un maestro consumato in questa tecnica. E' stato dato per morto non so quante volte ormai, sono state date per certe le elezioni anticipate a novembre, poi a marzo, poi a maggio, ma non si è mai verificato neanche l'alito di una possibilità del genere, Silvio è dato per finito ogni giorno, ma non si vede lo spiraglio di una rottura. In realtà gli spiragli si vedono ma sono allucinazioni, miraggi, o specchietti piazzati nei posti giusti per creare visioni distorte, o sono falle tappate molto prima di iniziare a imbarcare acqua.

Ma non è solo la straordinaria capacità di rimanere in piedi che caratterizza questo governo. C'è una precisa strategia della tanatosi applicata con perizia e precisione quasi militaresca, con cadenza matematica, piazzzata sempre nel posto giusto al momento giusto, prima di ogni momento cruciale.

Mi sembra incredibile che nessun giornalista, analista politico, osservatore ne abbia parlato.

Alla vigilia di ogni votazione importante,  il governo va sempre sotto su questioni di poca importanza o quasi inutili per il normale corso del parlamento:

- 14 dicembre 2010 voto di fiducia alla camera passato con 314 voti contro 311.

-> il 9 novembre il governo va sotto sul testo per la prosecuzione degli impegni sanciti nel trattato Italia-Libia di Tripoli.

-> il 14 novembre va sotto un'altra volta per l'assegnazione del "73esimo scranno italiano a Strasburgo".



- 22 settembre 2011 la camera respinge la richiesta d'arresto per Milanese per 312 voti contro 306

-> il 20 settembre il governo va sotto per ben 5 volte sulla normativa dello sviluppo degli spazi verdi urbani.



- 28 settembre voto di sfiducia al Ministro dell'Agricoltura Saverio Romano rinviato a giudizio dalla procura di Palermo con l'accusa di concorso in associazione mafiosa. Voto previsto per le 16 di oggi.

-> 27 settembre il governo va sotto sull'approvazione di un emendamento del PD contrario alla formazione di un ordine degli odontoiatri.



Questi sono stati gli unici tre momenti nell'ultimo anno in cui il governo è stato seriamente a rischio, e immancabilmente alla vigilia di questi tre momenti cruciali hanno simulato una piccola morte su questioni veramente ridicole, rispetto ai problemi del nostro paese e rispetto agli appuntamenti cruciali che possono mettere in crisi un governo. Non può essere un caso. Perché sembra studiato nei minimi particolari.

Nel caso del 14 dicembre 2010, il momento era il più importante forse dall'inizio di questo governo e la tattica è stata attuata con largo anticipo, distribuendo le due finte morti a una settimana l'una dall'altra a un mese dal voto importante. In questo modo hanno fatto annusare agli (ingenui) avversari il profumo della  vittoria, i quali ne hanno approfittato per disegnare scenari futuri, rifiutare alleanze mai proposte, richiedere le solite elezioni anticipate/dimissioni/governo tecnico. Intanto che la sinistra giocava a disegnare il prossimo governo, Silvio ne ha approfittato per serrare i ranghi e costruire la sua fiducia, senza interferenze e senza che la sinistra cercasse una strategia e si organizzasse per infliggere il colpo mortale.

Nel caso del voto di Milanese, invece la tattica è stata attuata in maniera esplosiva, poco tempo prima e in modo eclatante. In quel caso addirittura la Lega si è votata contro da sola. Ora, è risaputo che i vari Calderoli, Bossi, Salvini, Borghezio non siano un mostro di intelligenza, ma in quanto a strategia non gli si può dire niente. Un partito che da decenni prende PALESEMENTE per il culo i suoi elettori, gridando Secessione sul Po e giurando fedeltà alla poltrona e a Berlusconi a Roma non facendo NULLA per i suoi elettori del Nord che comunque continuano a votarla, non ha nulla da impararare in quanto a strategia. Per questo mi sembra alquanto ingenuo pensare che quella votazione sia stata un errore.



Puntualmente per il voto su Romano, altro punto cruciale del governo Berlusconi (vi ricordo che Romano è stato fatto ministro quando già si sapeva che pendeva su di lui un'accusa per mafia), si è ripresentata la stessa strategia, ma in forma lieve, perché essendo voto non segreto, a quanto pare il risultato sembra scontato.



E' pura casualità?

Ci fosse un'opposizione seria e capace non servirebbe a nulla perché non si farebbero prendere in giro così. Ma data l'ingenuità di Bersani e compagni, e dato che ci sono cascati tutte e tre le volte con il solito ritornello dimissioni/elezioni anticipate/governo tecnico, viene naturale pensare che sia una strategia studiata.

Scommettiamo che la tattica funzionerà anche questa volta? Lo scopriremo dalle ore 16 in poi...














21 settembre 2011

Il giorno dopo la disfatta sintetica, l'Inter si ritrova peggio che nel periodo "d'oro", quando ne prendeva 6 dal Milan, quando si faceva sbattere fuori ai preliminari di Champions da squadre di cui neanche ricordo il nome.

E' bastato dire a Moratti che non può più spendere soldi , per mandare in pappa tutta la macchina.

Perché proprio "l'altro ieri" Branca, con il portafoglio ancora abbastanza aperto, portava a casa gente come Cambiasso, e Sneijder senza spendere un euro. Oggi che la Fifa ha detto "chiudete il portafoglio", riesce a spendere soldi per bidoni come Zarate, o quasi pensionati come Forlan. Un paradosso. Oppure un banale contentino per espiare la colpa del non aver concluso nulla di quello che serviva.

E poi Gasperini.

Orgoglio o coraggio? Cocciutaggine o convinzione delle proprie scelte? Non ho ancora capito il suo carattere.

Il modo in cui è arrivato mi ha ricordato l'imitazione di Napolitano/Crozza quando chiede i biscottini e gli rimane sempre e solo quello a forma di rospo da ingoiare. E già sapere di essere una seconda scelta non aiuta ad iniziare un'avventura complicata come l'Inter. In più il trattamento riservatogli nel calciomercato è stato anche peggiore di quello offerto a Benitez. Con la differenza che Benitez era stato arrogante e pretenzioso, Gasperini aveva fatto solo due semplici richieste: dei giocatori utili al suo modo di giocare, come Palacio e Kucka che stanno facendo un inizio di campionato incredibile, oltretutto. Di tutta risposta sono arrivati Forlan e Zarate, bella dimostrazione di appoggio. Con i soldi che hanno speso per loro, e facendo uno sforzo in più potevano arrivare benissimo a Palacio, dandogli uno stipendio molto più basso di Forlan.

Come dice giustamente Luigi Garlando sulla Gazzetta, dal secondo tempo della supercoppa Gasperini non ne ha più azzeccata una. Era partito benissimo, con un primo tempo in cui tutta la squadra girava alla perfezione, sembrava andasse tutto alla perfezione. Poi Gasp decide di suicidarsi: sposta Alvarez sulla destra, che stava facendo una partita ottima, obbliga Obi a rientrare e lo spompa per poi toglierlo e limita l'azione di Sneijder a cui chiede di coprire di più, spompando anche lui. Finché Gasperini ha potuto contare sul lavoro di Obi sulla fascia la squadra ha girato, dopo si è sciolta ed è stato il Milan a comandare sulle fasce e a vincere, guarda caso.

Ma Palacio non serviva, no, no.

Da quel momento ha perso il timone della squadra. Dalla sua  ha chiesto gli uomini giusti per poter giocare come voleva lui, che non sono arrivati. Di contro però non può arrivare un signor "non ho mai vinto niente" in una squadra che ha vinto tutto e pretendere di farla adattare ai suoi schemi con giocatori non adatti, nel giro di uno/due mesi. Non sono un nostalgico di Mou, ma il suo più grande merito è stato proprio quello di adattarsi alla squadra che aveva e i risultati si sono visti.

Ha tanto coraggio però l'ormai ex allenatore dell'Inter e non si fa influenzare dalle mille tempeste che ogni giorno da decenni imperversano attorno alla squadra di milano. Una giusta in realtà l'ha fatta ed è stata una mossa veramente coraggiosa e azzeccata: Muntari per Forlan in Inter-Roma. Io sono stato il primo ad insultarlo ma poi mi son dovuto ricredere, perché è stata una mossa da grande allenatore, come ha detto lui più o meno: "Ci stavano schiacciando a centrocampo, avevo bisogno di più sostanza lì in mezzo". Infatti il campo gli ha dato ragione perché L'Inter da quel momento è stata molto più pericolosa. Già il solo nome di Muntari a San Siro crea malumori, figurarsi metterlo per un attaccante alla fine di una partita difficile e fondamentale per la sua carriera.

In quel frangente l'ho apprezzato molto, perché ha dimostrato di avere il polso della situazione. Per il resto però si è fatto male da solo tenendo ostinatamente Pazzini in panchina, l'unico vero acquisto dell'Inter negli ultimi due anni, anche dopo la sua ottima prestazione in Nazionale. Insistendo con il suo modulo, continuando a usare giocatori fuori ruolo. E inoltre non puoi lasciare in panchina Sneijder senza alcun motivo valido.

Ora se ne va, ma i problemi resteranno, perché non è lui il problema. E si vedrà presto.

Ecco, visto che di problemi ce ne sono già, prendetemi tutto, ma non Ranieri.


13 settembre 2011

Per essere precisi le Poste di Saronno (VA).

Faccio spesso acquisti su internet, e mi trovo di sovente ad aver a che fare con il mondo delle spedizioni, corrieri, ecc. Mai avuto un problema, pacchi provenienti dalla Cina, dall'Inghilterra, dall'America, niente è mai andato perduto. In più devo dire che con la Royal Mail britannica, di cui mi sono servito varie volte, ci si può giocare la casa che il pacco arriva sicuro a destinazione e con una velocità impressionante.

Gli unici problemi li ho riscontrati con pacchi provenienti dall'Italia tramite le Poste. Ma non per problemi causati da uffici sparsi per l'Italia, ma per problemi causati dall'ufficio postale di Saronno.

Tralasciamo il fatto che l'orario di apertura sarebbe dalle 8.30 ma  la porta non si apre mai prima delle 8.35, tralasciamo il fatto che mi è capitato di arrivare lì il sabato alle 11.50 (orario di chiusura ore 12.00) e già non permettevano più di mettersi in coda.

Nel loro palmares hanno già lo smarrimento di un pacco contenente quattro camicie, valore totale 100 euro circa. Notare che il pacco era arrivato a destinazione correttamente, solo che la genialità del personale ha fatto sì che invece di metterlo in giacenza, è stato inspiegabilmente spedito a VARESE, dove poi se ne sono perse le tracce.

Oltre a questo hanno anche il quasi smarrimento di un pacco di una amica, un importantissima spedizione dagli Stati Uniti, che era stato abbandonato in un punto imprecisato del magazzino e nessuno riusciva più a trovarlo. Solo l'estrema insistenza dell'amica ha fatto sì che il pacco fosse trovato, altrimenti sarebbe stato rimandato indietro, o forse sarebbe stato spedito a Varese a far compagnia alle mie camicie.

Due settimane fa ho fatto un acquisto su eBay, spedito venerdì 2 settembre. Il giovedì successivo preoccupato perché il pacco non era ancora arrivato (c'era lo sciopero di mezzo per cui immaginavo ritardi nelle consegne), chiedo info al mittente che mi dice che è posta raccomandata e mi da il codice identificativo. Ieri chiamo l'ufficio postale di Saronno e chiedo lumi sulla mia spedizione, mi dicono che è in giacenza dall'8 settembre e che dovrei avere l'avviso. Io riferisco che non mi è stato rilasciato in casella nessun avviso e mi viene detto di andare in posta con il numero di raccomandata, data di spedizione e data di giacenza.

Stamattina mi reco in posta. Riporto le frasi testuali (più o meno) perché ne vale veramente la pena (in corsivo io, fra virgolette il miei pensieri sul momento):

tipico esempio di occhio carfagnato

- Buongiorno, devo ritirare una raccomandata, solo che non mi hanno lasciato l'avviso.

Il commesso guarda il foglio con su scritti i dati della raccomandata,  gli viene l'occhio Carfagnato e mi dice:

- Ma scusi lei è di Saronno?

"partiamo bene". - Sì sono di Saronno.

- Ah... E il postino le ha lasciato questo biglietto nella casella?

"sempre meglio" - No questo l'ho scritto io.

- Eh ma la raccomandata o ce l'ha il postino o è in giacenza.

"maddai? Oppure è a Varese!" -... ... .

- E scusi come fa a sapere che c'è una raccomandata per lei?

"sono veggente..." - La aspettavo, non ho trovato nessun avviso in casella, ho chiesto i dati della spedizione al mittente , ho chiamato qui da voi per chiedere informazioni e mi hanno detto che era in giacenza.

-Eh...ma... ma come? Chi ha chiamato? Chi le ha risposto? Noi non possiamo dire queste cose, chi le ha detto che era qui? Un collega? Chiunque può avere il numero di una raccomandata, noi non possiamo dare informazioni.

- Ho chiamato proprio qui al numero dell'ufficio di Saronno. Ma scusi si può guardare su internet se una raccomandata o un pacco sono in giacenza, e non potete dirlo voi? Il suo collega ha guardato sul servizio dove/quando per dirmi che era qui.

- Eh no noi non possiamo, il mio collega ha sbagliato................... mi da un documento?

"forse ce la facciamo...". Gli do il documento lo guarda, lo riguarda, riflette un po' sul fatto che forse il continuum spazio-tempo dell'universo può essere compromesso dal mio fogliettino con i dati della raccomandata. Decide di rischiare. Mi guarda, poi finalmente si decide e va a vedere.

Guarda il primo pacco di buste, a ogni busta tira una sbuffata, borbotta qualcosa, torna al banco, riguarda la carta riguarda il foglietto, rimane per un momento ad attendere il modificarsi dello spazio-tempo, ma non succede nulla. Si rialza, sbuffa, ritorna all'armadio guarda il secondo pacco di buste, tutte piccoline...

- Guardi che deve essere una busta grande...

Poi ci si mette pure la collega.

- Prova a guardare fra quelle in contrassegno che stamattina sono impazzita a cercarne una...

- Non è in contrassegno!

-ah non è in contrassegno?

-NO!

Intanto l'altro non mi caga, ritorna riguarda la carta di identità, il foglietto, va a vedere un altro pacco scuotendo la testa, si rimette a guardare fra le bustine verdi delle multe...

- Guardi che è una busta grande!

- Eh sì... una busta grande... Borbotta supponente.

- Ma vorrà sapere meglio lei di me di com'è fatta la busta?!

Alla fine, guarda le uniche tre buste grandi imbottite che ci sono nell'armadio e magicamente spunta fuori la mia.

Profondamente deluso dall'averla trovata, perchè probabilmente non si spiega come si possa trovare una raccomandata con il numero scritto sul foglio e non sull'avviso. Me la porge, stampa la ricevuta, riguarda l'indirizzo sulla busta, l'indirizzo sulla carta di identità...

"Ecco lo sapevo..."

- Ma lei non abita più a questo indirizzo?!

- NO! Ho cambiato casa!

Intanto si riguarda ancora un po' la carta di identità ricontrolla l'indirizzo sulla busta, intanto io mi premunisco e tiro fuori la patente con l'indirizzo giusto, ma per fortuna non ce n'è bisogno, anche perché gliela avrei lanciata in mezzo agli occhi come i bigliettini di Occhi di Gatto.

Alla fine ho avuto la mia busta contenente una banalissima mantellina antipioggia per adare in bici. Quando sono tornato a casa non ho trovato mia madre da giovane che mi chiamava Levi's Strauss, quindi tutto ok, potete stare tranquilli, l'universo rimane al suo posto.

Ma se non avessi avuto un minimo di esperienza, se non mi fossi interessato, e non mi fossi mostrato fermo e sicuro con i miei dati sulla spedizione, avrebbero aggiunto un altro bel trofeo al loro palmares... E chissà quanti ce ne sono ancora che io non so...

1 settembre 2011

Sono tornato da qualche giorno da NY e tornando a Milano ho avuto la nettissima impressione di essere ritornato in un mondo arretrato, sorpassato, finito, fermo su se stesso, un mondo di provincia fatto di invidie e gelosie, di frustrazioni, di menefreghismo, di furbizia.

Non è la solita esterofilia, è la realtà.

Non lo dico per i servizi, per quello che offre la città, per sua la spettacolarità, per quella grande montatura che è il sogno americano o per quella grande boiata del patriottismoche serve solo ai presidenti quando vogliono prendere in giro il loro popolo in campagna elettorale (vedi l'esito della partita: Obama VS Osama) .

Lo dico per quello che ho visto per le strade , per l'attitudine delle persone, per la mentalità, il modo di interagire.

Si impara di più stando qualche giorno lì, che stando qui a fare mille discorsi sul senso civico, l'onestà, l'ecologia, la correttezza, il vivere bene, la comunità ecc ecc.

E' risaputo che quando un turista si ferma a guardare una cartina c'è sempre pronto un newyorkese a chiedere "Do you need help?". Questo l'ho provato in prima persona, e vale sia per l'uomo in carriera che esce dall'ufficio nei pressi del Rockfeller Center, che per il ragazzo che vive a Long Island e sta scendendo in metropolitana.

Un italiano potrebbe pensare "Sì vabbè lo fanno con i turisti per fare bella figura...", invece la realtà è proprio questa. La realtà, o almeno quello  che si può notare nei piccoli gesti quotidiani, nella vita di strada, è che tutti sono disposti a darsi una mano, sono disposti a fare la loro parte per vivere bene e in armonia con gli altri 8 milioni che vivono in città, bande di delinquenti escluse naturalmente.

Per strada si può vedere un lavoratore uscire dall'ufficio in giacca e cravatta per la pausa pranzo e tuffarsi a raccogliere una cartaccia per terra; si può vedere un giovane rampante del financial district sedersi a giocare a scacchi in un parchetto con un pensionato o con un operaio o con un homeless; si può vedere un afro che sta mettendo il grasso alla catena della sua bicicletta chiedere a un asiatico di passaggio se per caso anche lui ha bisogno, per poi metterglielo. Si può vedere un ragazzo con cappello da baseball a ore 11, in metropolitana con figlio piccolo al seguito, rovesciare un paio di gocce di latte sulla maglia di una signora e chiedere mille volte scusa offrendo anche dei soldi per la lavanderia, con un umiltà che raramente ho visto. Si può vedere un ragazzo che ti dice di alzarti per far sedere un bambino sconosciuto (probabilmente appena uscito dall'ospedale con tanto di mascherina da dottore), di fianco alla sorellina. Si può vedere una ragazza che sta tornando a casa dal lavoro, che ti regala dei gadjet della swatch solo perché ha visto che lo indossi e ha piacere a scambiare due parole con te.

Queste sono solo alcune delle cose che possono dare l'idea della mentalità dei newyorkesi, ma non è il mondo incantato, c'è anche un'altra faccia della questione.

Non sono assolutamente tollerati errori o mancanza di rispetto. Chi sbaglia paga, non c'è va be, ma sì, la prossima volta. Se qualcuno sbaglia viene mandato candidamente a quel paese, in faccia, senza nessun tipo di problema. Non c'è tolleranza da questo punto di vista.

Si dice sempre: se vuoi bene a qualcuno digli quando sbaglia, beh... a New York pare che si vogliano molto bene.

Tutti i pedoni passano col rosso quando la strada è libera, ma se si è distratti o si sbagliano i calcoli e arriva una macchina o un ciclista, stai sicuro che non sarà lui a rallentare, ma tu a dover correre. Se un automobilista rimasto bloccato in coda si muove mentre qualcuno attraversa sulle strisce, stai sicuro che ci sarà qualcuno che gli picchierà una manata sulla carrozzeria. Se una signora anziana entra in metropolitana e il ragazzo davanti a lei si siede per primo, stai sicuro che non rimarrà in piedi senza dire niente. Così come quando un ciclista entra in metropolitana urtando leggermente con la ruota la gamba di una signora, stai certo che glielo farà notare.

Non hanno paura di dire le cose in faccia, non hanno paura di parlare con gli sconosciuti, non hanno paura di chi è diverso, sono sereni, ci tengono a vivere bene, sono pronti a difendere il loro spazio ma anche quello degli altri, non hanno paura di mostrare il loro disappunto, non hanno paura di dire "hai sbagliato". Poi avranno altri mille difetti, altri mille problemi, ma questo è un gran pregio.

Qui invece si tende sempre a far finta di niente, a lasciar correre, a fregarsene. Abbiamo in testa un concetto di tolleranza che è inconcepibile per un popolo civile. Siamo abituati a lasciar andare tutto allo sfascio senza proferire parola. Da ragazzino quando mettevo i piedi sul sedile del treno, arrivava sistematicamente "l'anziano" a dirmi "maleducato, non si mettono i piedi sul sedile", ora non c'è più nessuno che ha il coraggio di farlo, io per primo, e credo che questa sia la vera chiave del nostro declino, del nostro tracollo verticale. Diciamo sempre cose del tipo "eh si ma quello è raccomandato", "ma quello ruba", "ma quello non fa neanche uno scontrino", ma poi quando ce lo fanno sotto il naso quasi nessuno ha  il coraggio di dire niente, si accetta la scorrettezza, si tende a far finta di niente e a pensare "non è affar mio".

Sarebbe tutto molto più semplice e molto più trasparente se avessimo il coraggio di dire "hai sbagliato".

Per ultimo, essendo mountain biker dell'ultim'ora della domenica, la prima cosa che ho notato è stata  la quantità di biciclette che circolano per le strade (e che biciclette!). Mi son chiesto, ma non era la città delle macchine questa? Pensare che questi fino a qualche anno fa non sapevano quasi com'era fatta una bici e adesso moltissimi la usano come principale mezzo di trasporto con ogni condizione atmosferica in una delle città più grandi del mondo, è incredibile. A Milano? Va be, scherzavo.

Prima di andarci non avevo mai capito veramente il senso di quel ritornello, ma hanno ragione gli Interpol, New York Cares.