Mark Lanegan al Festival di Villa Arconati ha chiuso fra i fischi e le proteste di chi pretendeva che rientrasse per allungare di qualche minuto la sua performance.
Performance che a mio parere è stata di gran livello, con una band in gran forma e l'uomo dalla gola senza filtro che, nonostante l'evidente affaticamento, ha portato a casa una grande esibizione. Un concerto quasi punk come attitudine, tutti raccolti al centro del palco, nessuna scenografia, luci fisse. Nessun contorno, nessuna divagazione, solo live, solo musica. Musica che ci ha regalato una scaletta con un'ossatura robusta presa da Blues Funeral, con escursioni in cover di altri artisti, fra cui la grandissima interpretazione di "Devil in my Mind" delle Smoke Fairies e "Creeping Coastline of Lights" dei Leaving Trains già presente su I'll Take Care of You, con la quale ha felpato tutta la villa.
C'è stato anche spazio per un pezzo degli indimenticati Screaming Trees ma nessuno se n'è accorto, perché la canzone in questione è presa dall'ultimissimo disco della band, che ha visto la luce solo nel 2011. Formato da composizioni risalenti al '98/99 e mai pubblicate prima, completate solo due anni fa e uscite in sordina.
L'unico altro toccante estratto pre-2000 è "One Way Street", piazzata a inizio scaletta per scaldare la platea come una coperta a quadrettoni.
Altro capitolo degno di nota è "Harborview Hospital" da Blues Funeral, una canzone che su disco rimane un po' sacrificata verso il finale, ma che si prende tutta la sua rivincita dal vivo, veramente notevole.
Il saluto finale è affidato alla sempre più imprescindibile "Metamphetamine Blues", sporca, cattiva, si sentiva quasi la puzza di marcio mentre la suonavano, picchiando fortissimo sugli strumenti. Menzione speciale per il chitarrista Steven Janssens, stile e gusto da vendere, un grandissimo musicista.
Dopo di che Mark e la sua band se ne vanno e scoppia il putiferio.
Purtroppo sembra che da quando son diventati tutti superfans di Springsteen, anche chi fino all'altro ieri era convinto che "Because the Night" fosse solo un pezzo dance anni '90 (e magari lo pensa ancora), l'unico metro di giudizio dei concerti sia diventato la loro durata.
Lanegan ha effettivamente suonato poco rispetto a quello che ci si poteva aspettare, anche se non è mai stato uno avvezzo alle lunghe performance. Ma è giusto "infamare" un artista con insulti, bestemmie e urla solo perché ha suonato un'ora invece che un'ora e mezza? O un'ora e un quarto?
Qual è il minimo sindacale secondo cui un concerto diventa accettabile?
Se Mark Lanegan se ne fosse andato dopo un'ora e mezza o due ore, facendo un concerto mediocre, nessuno alla fine avrebbe fischiato, anzi probabilmente molti sarebbero andati via dicendo: "Cavolo ha suonato due ore, grande!" senza tener minimamente conto della qualità del concerto. Ma alla fine di un'ora di un grande concerto, c'è stata una mezza sommossa popolare.
"Ho pagato 20 euro!" (22 + prevendita per la precisione), si sente fra le proteste generali. 22 euro per un'ora di concerto e 14 pezzi in scaletta. Per un artista come Mark Lanegan credo siano anche pochi 22 euro per un suo concerto, rispetto ad altri prezzi che si vedono in giro per band e artisti che valgono decisamente meno di lui.
Se vogliamo fare della inutile contabilità spiccia sono 1,50€ al pezzo.
Bisogna tenere anche conto che non è un grande intrattenitore e che è stato un concerto molto serrato, con pezzi brevi suonati uno dietro l'altro. Un'altro artista al posto suo avrebbe tirato tranquillamente l'ora e mezza con la stessa scaletta, aggiungendo un po' di cazzeggio fra un pezzo e l'altro e annacquando le canzoni con qualche parte strumentale allungata qua e là e nessuno si sarebbe sognato di fischiare alla fine.
Da parte sua invece è stato molto "onesto", offrendo uno spettacolo acqua e sapone, o meglio, whisky e tabacco, senza perdite di tempo e cabaret assortito.
"Solo" della grandissima e fottuta musica. Forse non ci siamo più abituati.
Sicuramente avrebbe potuto suonare di più e un'ora è oggettivamente un po' poco, ma ci sono molti altri fattori che determinano il giudizio di un concerto.
Possibile che la durata di un concerto sia così determinante?
Se si usasse lo stesso metro di giudizio a letto, tanto varrebbe fare una partita a Risiko nel mentre.
Questo accanimento è a mio parere insensato, perché il pubblico che fischia un gran concerto che dura poco è lo stesso che applaude col pilota automatico una band di supporto (che poi sono i membri della band di Lanegan) che suona dei pezzi oggettivamente mediocri.
Bisognerebbe guardare più alla qualità che alla quantità.
Ma la quantità sono in grado tutti di misurarla, e quindi diventa un metro di giudizio universale. Non a caso la prima domanda che tutti fanno quando dici "Sono andato al concerto di ...." è: "Quant'è durato?". Sia perché, come dicevo, è diventato il metro di paragone più importante, ma anche perché sono in grado tutti di valutare un concerto in base alla durata, ma non tutti sono in grado di dare o capire un parere tecnico, un giudizio sulla performance, su un determinato aspetto.
La maggior parte delle persone è abituata ad andare a un paio di concerti l'anno, grandi eventi, grandi produzioni, dove l'unica cosa che si sente dire il giorno dopo è "Grandi! Han suonato 3/4/5 ore!!". Tutte queste persone, che poi sono le stesse che chiedono "Quant'è durato?", dovrebbero provare ad andare in quei locali piccoli, umidi e sudaticci, dove si paga magari 10 euro per un concerto e in una serata suonano 4 - 5 band sconosciute con live set di mezz'ora o quaranta minuti, durante i quali si sputa l'anima e il cuore davanti a 40 persone, per capire che la durata, con la bellezza vera di un concerto c'entra poco.
Con questo metro di giudizio i concerti di band come i Ramones o di molte altre band punk e post-punk fondamentali per la storia della musica, sarebbero stati catalogati come un pacco, invece la loro breve durata e la loro devastante intensità li ha consacrati come eventi "leggendari".
Performance che a mio parere è stata di gran livello, con una band in gran forma e l'uomo dalla gola senza filtro che, nonostante l'evidente affaticamento, ha portato a casa una grande esibizione. Un concerto quasi punk come attitudine, tutti raccolti al centro del palco, nessuna scenografia, luci fisse. Nessun contorno, nessuna divagazione, solo live, solo musica. Musica che ci ha regalato una scaletta con un'ossatura robusta presa da Blues Funeral, con escursioni in cover di altri artisti, fra cui la grandissima interpretazione di "Devil in my Mind" delle Smoke Fairies e "Creeping Coastline of Lights" dei Leaving Trains già presente su I'll Take Care of You, con la quale ha felpato tutta la villa.
C'è stato anche spazio per un pezzo degli indimenticati Screaming Trees ma nessuno se n'è accorto, perché la canzone in questione è presa dall'ultimissimo disco della band, che ha visto la luce solo nel 2011. Formato da composizioni risalenti al '98/99 e mai pubblicate prima, completate solo due anni fa e uscite in sordina.
L'unico altro toccante estratto pre-2000 è "One Way Street", piazzata a inizio scaletta per scaldare la platea come una coperta a quadrettoni.
Altro capitolo degno di nota è "Harborview Hospital" da Blues Funeral, una canzone che su disco rimane un po' sacrificata verso il finale, ma che si prende tutta la sua rivincita dal vivo, veramente notevole.
Il saluto finale è affidato alla sempre più imprescindibile "Metamphetamine Blues", sporca, cattiva, si sentiva quasi la puzza di marcio mentre la suonavano, picchiando fortissimo sugli strumenti. Menzione speciale per il chitarrista Steven Janssens, stile e gusto da vendere, un grandissimo musicista.
Dopo di che Mark e la sua band se ne vanno e scoppia il putiferio.
Purtroppo sembra che da quando son diventati tutti superfans di Springsteen, anche chi fino all'altro ieri era convinto che "Because the Night" fosse solo un pezzo dance anni '90 (e magari lo pensa ancora), l'unico metro di giudizio dei concerti sia diventato la loro durata.
Lanegan ha effettivamente suonato poco rispetto a quello che ci si poteva aspettare, anche se non è mai stato uno avvezzo alle lunghe performance. Ma è giusto "infamare" un artista con insulti, bestemmie e urla solo perché ha suonato un'ora invece che un'ora e mezza? O un'ora e un quarto?
Qual è il minimo sindacale secondo cui un concerto diventa accettabile?
Se Mark Lanegan se ne fosse andato dopo un'ora e mezza o due ore, facendo un concerto mediocre, nessuno alla fine avrebbe fischiato, anzi probabilmente molti sarebbero andati via dicendo: "Cavolo ha suonato due ore, grande!" senza tener minimamente conto della qualità del concerto. Ma alla fine di un'ora di un grande concerto, c'è stata una mezza sommossa popolare.
"Ho pagato 20 euro!" (22 + prevendita per la precisione), si sente fra le proteste generali. 22 euro per un'ora di concerto e 14 pezzi in scaletta. Per un artista come Mark Lanegan credo siano anche pochi 22 euro per un suo concerto, rispetto ad altri prezzi che si vedono in giro per band e artisti che valgono decisamente meno di lui.
Se vogliamo fare della inutile contabilità spiccia sono 1,50€ al pezzo.
Bisogna tenere anche conto che non è un grande intrattenitore e che è stato un concerto molto serrato, con pezzi brevi suonati uno dietro l'altro. Un'altro artista al posto suo avrebbe tirato tranquillamente l'ora e mezza con la stessa scaletta, aggiungendo un po' di cazzeggio fra un pezzo e l'altro e annacquando le canzoni con qualche parte strumentale allungata qua e là e nessuno si sarebbe sognato di fischiare alla fine.
Da parte sua invece è stato molto "onesto", offrendo uno spettacolo acqua e sapone, o meglio, whisky e tabacco, senza perdite di tempo e cabaret assortito.
"Solo" della grandissima e fottuta musica. Forse non ci siamo più abituati.
Sicuramente avrebbe potuto suonare di più e un'ora è oggettivamente un po' poco, ma ci sono molti altri fattori che determinano il giudizio di un concerto.
Possibile che la durata di un concerto sia così determinante?
Se si usasse lo stesso metro di giudizio a letto, tanto varrebbe fare una partita a Risiko nel mentre.
Questo accanimento è a mio parere insensato, perché il pubblico che fischia un gran concerto che dura poco è lo stesso che applaude col pilota automatico una band di supporto (che poi sono i membri della band di Lanegan) che suona dei pezzi oggettivamente mediocri.
Bisognerebbe guardare più alla qualità che alla quantità.
Ma la quantità sono in grado tutti di misurarla, e quindi diventa un metro di giudizio universale. Non a caso la prima domanda che tutti fanno quando dici "Sono andato al concerto di ...." è: "Quant'è durato?". Sia perché, come dicevo, è diventato il metro di paragone più importante, ma anche perché sono in grado tutti di valutare un concerto in base alla durata, ma non tutti sono in grado di dare o capire un parere tecnico, un giudizio sulla performance, su un determinato aspetto.
La maggior parte delle persone è abituata ad andare a un paio di concerti l'anno, grandi eventi, grandi produzioni, dove l'unica cosa che si sente dire il giorno dopo è "Grandi! Han suonato 3/4/5 ore!!". Tutte queste persone, che poi sono le stesse che chiedono "Quant'è durato?", dovrebbero provare ad andare in quei locali piccoli, umidi e sudaticci, dove si paga magari 10 euro per un concerto e in una serata suonano 4 - 5 band sconosciute con live set di mezz'ora o quaranta minuti, durante i quali si sputa l'anima e il cuore davanti a 40 persone, per capire che la durata, con la bellezza vera di un concerto c'entra poco.
Con questo metro di giudizio i concerti di band come i Ramones o di molte altre band punk e post-punk fondamentali per la storia della musica, sarebbero stati catalogati come un pacco, invece la loro breve durata e la loro devastante intensità li ha consacrati come eventi "leggendari".