Cari ragazzi,
siete uno dei miei gruppi preferiti, sono cresciuto con la vostra musica. S.C.I.E.N.C.E. e Make Yourself mi hanno aperto mondi musicali che non avrei mai esplorato se non ci foste stati voi. Brandon sei uno dei miei riferimenti vocali, Mike sei uno dei più geniali chitarristi e creatori di riff che abbia mai sentito, Jose darei un braccio per avere un batterista come te nel mio gruppo, Ben hai un tocco sul basso che è sublime, Chris tante volte mi sembri inutile, ma altre hai delle idee che diventano la parte peculiare dei pezzi. Vi ho sempre sostenuti, anche quando i critici hanno iniziato a stroncarvi con Morning View (disco meraviglioso che solo a distanza di anni è stato capito) e non hanno mai smesso, nonostante A Crow Left on the Murder e Light Granades siano due dischi secondo me incredibili, con arrangiamenti, riff, linee vocali e soluzioni che il 90% delle band mondiali si sognano di notte.
Ma ora è arrivato questo If Not Now, When? e non posso più sostenervi, perchè "vi voglio bene" e 'stavolta vi devo dire che avete fatto una cazzata.
Perché avete fatto un disco palesemente pop, e va bene, si cresce e si cambia, e non vi chiederei mai un disco cattivo come Science, so che non siete più quelli lì, e io apprezzo il cambiamento, apprezzo i gruppi che non hanno paura di evolversi come voi.
Ma qui mancano i guizzi, manca il genio, manca la volontà di fare qualcosa che "venga fuori". Che poi come è palese l'indirizzo pop del disco, è anche palese che voi stiate cercando un successo planetario che stenta ad arrivare, è palese che voi vogliate diventare una band non più da palazzetto, ma da stadio. Ci state provando da anni, con dei singoli confezionati apposta per acchiappare pubblico, e avete fatto bene, ve lo meritate, ma così rovinate tutto.
Intendiamoci, ci sono delle canzoni bellissime, Friends and Lovers è forse il "lento" più bello che abbiate mai fatto, anche Adolescents è un pezzo bellissimo, Defiance, tutte più o meno sono delle bellissime canzoni, ma se non ci fosse la voce di Brandon, e ci fosse un arrangiamento "all'italiana" forse sarebbero dei pezzi buoni per un disco di Nek.
Lo ammetto, l'ho ascoltato solo una volta, ma scrivo subito perché so che al terzo ascolto il cuore prenderà il sopravvento sulla ragione, e inizierò ad ascoltarlo in continuazione e mi piacerà sempre di più. Ma oggettivamente mi aspettavo qualcosa in più da voi.
Arrivo anche a pensare che non siate più capaci di fare la differenza, di usare quelle soluzioni semplici ma incredibili che da sempre vi hanno contraddistinto. Poi verso la fine del disco arriva Switchblade e mi fate incazzare, perché invece siete ancora capaci di farlo e lo fate da dio, e allora perchè per quasi tutto il disco sento solo una batteria e un basso che fanno il compitino e un tappeto di tastiere?
Abbiamo capito che la voce di Brandon ha acquisito sempre più importanza e, diventando sempre più melodica e espressiva, ha chiesto più sacrifici agli strumenti per potersi esprimere a pieno, ma così è troppo.
Soprattutto... dov'è la chitarra?!
Non si può relegare un uomo che ha creato un riff come questo a fare il tappetino con il piano o le tastiere o a fare da accompagnamento con la chitarrina.
A guardare la copertina del disco sembra quasi che voi siate caduti da quella fune, e vi siate adagiati a terra, ma spero tanto di sbagliarmi, per questo disco passi, perché comunque mi consolerò con delle grandi canzoni, ma per il prossimo serve qualcosa di più... e non vi azzardate ad uscirvene fuori poi con dichiarazioni del tipo "questo sarà il nostro disco più rock", o "con questo disco vogliamo tornare alle origini", perché quello significherebbe la fine. Io non voglio gli Incubus degli inizi, vorrei degli Incubus nuovi, vibranti, anche senza distorsioni e senza più nulla di rock, ma pronti a usare soluzioni interessanti, non convenzionali, pronti a osare.
Spero comunque che questo disco vi porti il successo che meritate, perché... ve lo meritate.
18 luglio 2011
By Luca Doldi on lunedì, luglio 18, 2011
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