6 luglio 2011


Io sono interista da sempre, tifoso silenzioso e poco avvezzo a grandi proclami, ma costante e sempre fedele. Credo però di essere più un amante dello sport che tifoso e per questo cerco di avere sempre una visione il più possibile imparziale delle cose. Seguo il calcio più o meno come si faceva venti anni fa, quando si chiedeva all'uomo con la radiolina all'orecchio "scusi quanto fa l'Inter?": seguo poche partite in TV, mi piace più che altro leggere la Gazzetta, perché credo che abbia mantenuto ancora po' il gusto della bellezza dello sport, del gesto atletico, dell'impresa; cosa che le trasmissioni TV non hanno più.

In questi giorni si fa un gran parlare della questione scudetto 2006. Si stanno sprecando tonnellate di parole, di ipotesi, dichiarazioni, distinguo ecc. Anche io voglio spendere due parole. Quello che mi fa più riflettere è quel numero: 2006. Dopo 5 anni siamo ancora lì, bloccati a quell'anno. Come se non fosse successo nulla nel frattempo.

L'impressione che ho è che dopo che gli Agnelli si siano riappropriati totalmente della loro creatura con Andrea alla presidenza, non si sia fatto altro che fare pressioni per tornare sulla questione Calciopoli, tanto che tutto il resto è stato trascurato, mercato, gioco, risultati. Mentre sono ancora tutti lì a rivendicare su questo maledetto scudetto del 2006 la Juve ha chiuso un campionato a dir poco disastroso, forse il peggiore dopo calciopoli in rapporto all'investimento fatto a inizio anno e anche le premesse per il prossimo non sono ottime.

Ma la cosa che più di tutte mi fa pensare e che fa capire a che punto il marcio che c'è in Italia si è insediato dentro ognuno di noi, è l'arma di difesa che è sempre stata imbracciata da tutti gli Juventini, dal più illustre all'operaio al bar. Nessuno ha mai cercato di difendere i dirigenti della Juve, di provare la loro innocenza, da un lato perché era impossibile viste le prove allucinanti che sono venute alla luce, dall'altra perché invece di chiedere scusa, di ammettere gli errori, sembra più importante dimostrare che anche gli altri hanno rubato, piuttosto che dimostrare che tu non hai rubato, o ammetterlo e voltare pagina.

In Italia, invece di condannare chi ha rubato lo si difende, usando come scusa la frase: "Eh, ma anche loro però rubano!". Il fatto che il tuo vicino abbia rubato una caramella non legittima te a rapinare le banche e viceversa, non è che se tutti rubano, allora automaticamente dal torto si passa alla ragione. Se tutti rubano, sbagliano tutti, non si viene automaticamente assolti.

Ora si è passati a uno step successivo, davanti all'accusa di essere dei ladri, si nega l'evidenza o si minimizza, e immediatamente si addita qualcun altro come ladro per distogliere l'attenzione.

Ogni tanto sento ancora dire "Eh... ci voleva Moggi", "Moggi sì che ne capiva di calcio..." e altre frasi stupide tipo queste, manco fosse il Duce. Si sta parlando di uno che sequestrava gli arbitri negli spogliatoi, che comprava schede telefoniche estere da dare a arbitri e designatori per evitare di essere intercettato. Uno che diceva a Cannavaro di giocare male all'Inter così l'anno dopo sarebbe passato alla Juve, uno che era capace di pilotare 5 risultati in una domenica, compresi ammoniti e espulsi, che pilotava le trasmissioni serali, che controllava la GEA, allora la più grande società di gestione dei calciatori, che venivano anche ricattati da lui, minacciando il mancato passaggio a una grande squadra, o stroncando la carriera di qualcuno di loro che non obbediva. Era infiltrato in ogni piega del sistema calcistico, non mi stupirebbe se un giorno venisse fuori che pagava anche i giardinieri dei campi. Con questi mezzi a disposizione chiunque ne "capirebbe" di calcio.

Le altre frasi assurde che sento sono "Eh ma la Juve avrebbe vinto comunque sul campo anche senza Moggi", ma allora che motivo c'era di inventarsi tutta quell'impalcatura di imbrogli se per vincere bastavano i giocatori?

Che poi non fosse da solo è vero, ma in ogni caso era lui il principale manovratore. Quest'aria di revisionismo che già aleggia, che lo vuole dipingere come una vittima del sistema, è un po' ridicola.

Ora per la serie "Eh ma anche lui però!" si sta cercando in tutti i modi di portare allo stesso livello di Big Luciano l'ex presidente dell'Inter, Facchetti. Perché attaccando una colonna di onestà come lui si può dire "Beh se anche lui lo faceva, allora vale tutto!". Se illecito c'è stato è giusto che l'inter venga punita in proporzione. In ogni caso, un'eventuale condanna all'Inter non restituirebbe nulla alla Juve, se non la magra, infantile, vigliacca e assolutamente errata consolazione di dire "Visto? Anche loro rubavano". Il famigerato scudetto 2006 è solo una scusa, un simbolo, quello che preme agli juventini è la prova che tutti rubavano e quindi loro non hanno fatto niente di particolarmente grave.

In questo momento lo "juventino medio" purtroppo rappresenta ciò di cui l'Italia dovrebbe disfarsi una volta per tutte. L'ammirazione per i furbi e i delinquenti, la passione per i favori personali, il piacere senza rimorso di essere vincitori barando, il non rispetto delle regole, l'omertà, la mancanza di coraggio nell'ammettere gli errori e nel prendersi la responsabilità delle cose scaricandola sugli altri, usare l'illecito altrui per giustificare il nostro (Tabacci per esempio è stato un maestro in questo quando è stato nominato assessore di Milano), il voler portare tutto ciò che si ha intorno nella melma per non ammettere di esserlo (Berlusconi lo sta facendo da vent'anni). Tutte cose in cui l'Italia è prima in classifica ma farebbe un gran bene a sé stessa se rinunciasse a questi primati. 

Forse sarebbe meglio guardare avanti, sia da juventini che da Italiani. Forse sarebbe meglio dire "Sì, abbiamo rubato e siamo dispiaciuti e pentiti, non ci interessa cosa hanno fatto e cosa fanno gli altri, noi abbiamo sbagliato,  ma ora giuriamo di essere corretti."

Rifletteteci, cari amici juventini, visto che durante la settimana quest'anno non avrete niente da fare...

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