20 febbraio 2013

Son più di 10 anni che non vedo un concerto al Forum, forse 15. Non perché non ne veda (anzi), ma perché i concerti che sono abituato a frequentare si svolgono per lo più in posti piccoli.

Nel '99 quando vidi la copertina di Ágætis Byrjun in una recensione su Rockstar, andai a comprarlo solo per quella copertina senza avere idea di cosa ci fosse dentro. Mai avrei pensato che sarebbero stati loro a riportarmi ieri al Forum. Perché nel '99 mai avrei pensato che con una musica così particolare potessero raggiungere un pubblico così vasto. 





Se sono riusciti a farlo è grazie ai loro concerti ( ...e anche a tutti i bambini che hanno contribuito a concepire...).

Non è semplice raccontare un concerto dei Sigur Ros. O meglio, è semplice raccontarlo, perché ci sono molte caratteristiche, molte cose peculiari, molte curiosità, che non si vedono in molti altri concerti; ma è difficile far capire cos'è un concerto dei Sigur Ros. 

Infatti nonostante li abbia visti molte volte, praticamente tutte le volte che sono passati in Italia dal concerto di Venaria Reale nel 2005, non ne ho mai scritto.
Questa volta, complice anche il nuovo blog da rimpinguare, ci proverò.

I ragazzi, dopo il meraviglioso concerto al Castello Scaligero di Villafranca, ci avevano detto che questi concerti invernali sarebbero stati molto più ricchi e diversi dal punto di vista scenografico... mezza bugia. 

In realtà la scenografia era più o meno la stessa, con le "lanterne" (le classiche lampadine piantate su paletti sparsi per il palco che ha usato anche Bon Iver, per esempio) sul palco e le videoproiezioni. 

Proiezioni che a differenza di Villafranca, dove passavano sui videowall già istallati sul palco, ieri passavano su un gigantesco videowall semicircolare che abbracciava tutto il palco con un grande effetto scenico. 
Questa, insieme al telo bianco davanti al palco (già utilizzato anche nel concerto nel 2005, per esempio) per le prime canzoni e qualche gioco di luce in più erano l'uniche differenze sostanziali rispetto al concerto dell'A Perfect Day. Era effettivamente molto più ricca, ma nella sostanza uguale a quella già vista, mi aspettavo un qualcosa di più anche se il risultato è stato comunque spettacolare.

Ad oggi, il loro concerto all'Arena di Milano dal punto di vista scenografico ( e forse anche musicale), nonostante videowall, luci, ed effetti speciali di questo, rimane imbattuto secondo me.

La vera sorpresa è stata la scaletta, nella quale hanno presentato dal vivo due nuovi pezzi, cosa che forse non avevano mai fatto.
Due nuovi pezzi che hanno mostrato una band viva artisticamente, e una band nuova forse. 

Una band in cui non si ha paura di contaminare il suono dei Sigur Ros con il "mondo reale", inserendo ritmi che vanno a pescare anche nella musica elettronica. Con atmosfere molto più dark rispetto a quello a cui ci hanno abituato, atmosfere tristi e a tratti rabbiose, senza quella vena di "speranza" che hanno sempre avuto. 
In più un cantato molto più "metrico", meno vocalizzato e un ritorno a una forma canzone più definita. 
Forse il crack finanziario e lo sfruttamento delle risorse naturali dell'Islanda, insieme agli anni passati in tour lontani dalla loro terra hanno rotto la bolla in cui si è sviluppato il "mondo Sigur Ros"? 

Non so se quello che abbiamo sentito ieri sera è più un divertissment momentaneo per riempire le pause del tour, o se volessero "prepararci" a una nuova evoluzione del loro sound, Si parla di un disco nuovo in lavorazione ma la certezza che questi pezzi siano effettivamente inclusi non c'è. 
Se così fosse, godeteveli perché forse poi non saranno più gli stessi.

Mi sono soffermato molto su questo aspetto, perché con la dipartita di Kjartan e dopo un disco non proprio esaltante (secondo me), avevo il timore che il loro ciclo artistico fosse in parabola discendente, invece ieri sera ci hanno dimostrato che sono più vivi che mai e sono pronti a stupirci.

Chi non li ha mai sentiti attentamente, e chi non ha mai avuto la possibilità di vederli dal vivo, può pensare che i loro concerti siano noiosi e facciano addormentare. 
In realtà sono di una potenza e un'intensità inarrivabile per qualsiasi altra band. Gli unici che possono competere con loro sono i 65daysofstatic. Tutti e due hanno la capacità di andare sempre oltre, hanno sempre qualcosa nella manica da tirare fuori quando stanno dando il massimo. Quando credi che siano al massimo del volume, alla massima carica di suoni, al massimo del "pestaggio" sugli strumenti, tirano sempre fuori qualcosa in più, riescono sempre ad andare oltre il limite.

Essere a un concerto dei Sigur Ros vuol dire essere investiti da una tensione emotiva difficilmente riproducibile in qualunque altra situazione. Essere a un concerto dei Sigur Ros vuol dire non riuscire neanche ad applaudire fra un pezzo e l'altro per la meraviglia a cui si è assistito. Io lo metterei come regola ai loro concerti: niente applausi fino alla fine, come nei concerti di musica classica, perché credo che spezzino molto la tensione emotiva che si crea. 
Assistere al loro concerto vuol dire entrare in un altro mondo dopo il terzo pezzo. I primi tre si riesce a rimanere lucidi, ad analizzare tutti i vari aspetti, a fare qualche commento con gli amici,  poi si entra in uno stato di trance in cui non si dice più una parola, si rimane lì immobili a cercare di catturare tutto il suono e le sensazioni che esprime. Ieri questo "passaggio" è coinciso con "Saeglopur".
Un concerto dei Sigur Ros, potrebbe essere visto anche ad occhi chiusi (cosa che faccio e ho fatto spesso in vari pezzi). Perché l'aspetto sonoro è così ricco, così pieno, così evocativo, che quello visivo, nonostante la scenografia pomposa passa totalmente in secondo piano.

La vera sfida e novità per loro oggi, sarebbe abbandonare le grandi scenografie e fare un concerto al "buio", con solo qualche occhio di bue fisso a illuminare le postazioni e nient'altro.

Una mia pessima foto di ieri. 


Tornando alla cronaca spiccia, il concerto è stato un flusso continuo, senza grosse pause fra un pezzo e l'altro, il momento più intimo e "toccante" è stato "Vaka", è incredibile quello che riesce a creare quel pezzo. 

Poi, con il classico boato del pubblico ad accoglierla, è arrivata "Hoppipolla" che al contrario è stata il momento più allegro. Infine la spettacolare "Glosoli" a chiudere la prima parte del concerto.
Il rientro è affidato a Svefn-g-Englar, con il suo caratteristico e spettacolare cantato nel pickup della chitarra.
Il finale poi è stato affidato alla monumentale Popplagio. 

I Sigur Ros noiosi? Sentitevi la botta clamorosa che ha questo ultimo pezzo dal vivo. 

Come sempre sono stati all'altezza delle aspettative, ormai sempre più alte, che si hanno quando si va a un loro concerto. Anche ieri hanno dato il massimo e il risultato è stato stupefacente.
Se devo essere sincero è mancata "Festival" che fa sempre un grande effetto dal  vivo, ma la scaletta presentata ha dato dimostrazione di grande forza e grande vivacità.
Quando sul palco si da tutto e anche di più, non c'è musica di nicchia che tenga, il pubblico risponde a gran voce ed espande il verbo, fino a portare un piccolo e strano gruppo islandese ad essere punto di riferimento mondiale. 

Appuntamento a Ferrara Sotto le Stelle.













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