5 marzo 2013



Non sono un grande ascoltatore di hip hop.
Per cui mi scuso subito con chi mangia pane e hip-hop perché probabilmente dirò cose non tecnicamente perfette. Ma nel mio piccolo, mi ritengo una persona aggiornata sull'argomento.
Perché, che lo vogliate o no, oggi nessun altro genere in Italia riesce a fotografare così bene la realtà che ci circonda e nessun altro genere riesce a catturare l'attenzione in questo modo.

Nonostante non sia un esperto, Fibra lo seguo dai tempi di Mr. Simpatia (i moralisti che si scandalizzano per quello che dice oggi dovrebbero sentire bene quel disco...), per cui ho assistito alla sua evoluzione da artista "di quartiere" a capo assoluto della scena italiana e campione di vendite.

Guerra e Pace si sapeva già in anticipo che sarebbe stato qualcosa di "grosso", a partire dal titolo annunciato con largo anticipo, dalle indiscrezioni e dal livello di partenza che ha segnato "Controcultura".
Ora si può dire e ve lo dico subito, così risparmiate tempo e andate a comprarlo: 
"Guerra e Pace" è un capolavoro. E' il My Beautiful Dark Twisted Fantasy italiano. 

E' un capolavoro perché non è un disco hip-hop come avete sempre concepito l'hip hop italiano, e non è solo un disco Hip-hop.
Questo disco porta ad uno step successivo il genere.
Fino ad oggi, nella maggior parte dei casi, eravamo abituati a sentire dischi formati da beat + voce. Due cose distinte, separate. Il dj-produttore preparava le tracce e poi il rapper ci rappava su, qualche effetto qualche piccola variazione e mixaggio/post produzione a  parte, il pezzo era finito. Uno, massimo due beat che si ripetono per tutto il pezzo, base + voce, questo è sempre stato, a parte qualche eccezione. Due oggetti separati, che vanno via dritti senza grosse variazioni.



In Guerra e Pace questo concetto viene definitivamente superato, il beat sempre uguale a sé stesso è roba vecchia, il pezzo viene costruito nel suo complesso, come si fa con un pezzo di musica "suonata", la musica segue la voce, la voce segue la musica, il tutto è un insieme organico.

La concezione cazzara, antisbatti, "tutti lo possono fare", "dai butta la base che ci rappo su", che sta alla base della diffusione del rap in Italia con questo disco non vale più.
In Guerra e Pace c'è una costruzione matura dei pezzi, studiata, le basi sono strutturate, c'è intro, bridge, ritornello, special.

Nello stesso pezzo si possono sentire quattro, cinque, beat diversi, e non sono beat basati solo sulla scansione ritmica con un paio di accordi che si susseguono all'infinito. Sono beat anche molto lunghi, con una costruzione melodico-armonica anche molto intensa, ci sono strumenti che entrano ed escono in vari momenti della canzone, variazioni di metrica, diversi tipi di interpretazione.
Anche dal punto di vista del suono, la voce è molto più inserita nel tessuto sonoro rispetto alle produzioni a cui ci hanno abituato lui e i suoi colleghi.



A livello di testi porta anche in questo caso il genere un "po' più in là".
In passato ci ha abituato già a testi maturi, ma qui siamo a un livello superiore.
E' sempre un po' autoreferenziale, come tradizione vuole, ma a differenza di molti altri  riesce ad essere sempre molto introspettivo e serio. Anche nei momenti più "cazzari" c'è sempre una velata amarezza, c'è sempre profondità, rabbia.
Va a cogliere particolari e piccole cose della vita di tutti i giorni che non è da tutti notare e riuscire a raccontare in maniera così limpida, riuscendo allo stesso tempo a sputarti in faccia istantanee sul mondo di una lucidità disarmante, condendo il tutto con battute acute che ti stendono.

"Qualcuno un giorno mi ha detto ‘Ovunque tu vada ci sei già’ Io ho risposto ‘Cambio solo città’ Lui mi ha detto ‘Qui nessuno lo fa’ Ti vedranno come un caso umano Un miracolo italiano al contrario Tu scappa via lontano da qui come Saviano Da qui non ci salviamo Che più nemmeno come camerieri serviamo Io ti ringrazio e ringrazio Roberto a nome di tutti, penso Quando ho letto ‘Gomorra’ avevo il sesto senso Questa cosa la vivo, la respiro Questa cosa è uscita dal libro..." (Guerra e Pace)


"Tutti inculano tutti in Italia, praticamente qui da noi già si nasce con un cazzo nel culo..." (Che Tempi)

"Tutto in un giorno non si può lo sapeva anche Van Gogh che piangeva la notte dopo che dipingeva, da ragazzo non vendeva i quadri che oggi sono i più cari al mondo ora dall'alto dei cieli direbbe grazie al cazzo, la stessa cosa è successa a Nicola Tesla con l'idea fissa in testa e zero soldi in tasca, mentre io chiamo col cellulare lui direbbe bella questa..." (Tutto in un giorno)

"Servono soldi per vivere, ma farli qua è come Tom Cruise: missione impossibile! Questa nazione sembra sempre a una passo dalla fine Come dopo la perfezione Come un'azienda prestigiosa fallita Nessun cazzo è duro come la vita..." (Raggi Laser)


Questi sono solo alcuni esempi, forse neanche i più rappresentativi, perché ci sono una quantità tale di parole e di temi affrontati che è veramente difficile estrapolare qualcosa di significativo.

Inoltre la vera forza delle parole del Dr. Tarducci, è che  sono "site specific" per il rap, prendono vita solo quando le ascolti. 
Scritte non hanno neanche un decimo della forza che hanno quando vengono pronunciate. E' come se avesse inventato un nuovo genere di scrittura.

Sentendole una dietro l'altra, con la metrica che ne scandisce le parti, in testa formano un disegno che va al di là del singolo verso, della singola rima.
Leggendole invece il senso globale sfugge, diventa meno chiaro, è come leggere una poesia senza dividere i versi, o leggere un libro senza spazi e senza punteggiatura.
Mi capita spesso di ascoltare e apprezzare molto una parte, poi andando a trovare il testo e leggendola l'impressione non è più la stessa. Riascoltandola però, la prima impressione viene riconfermata e il verso ti colpisce ancora come un pugno.
E' una cosa che solo con lui mi capita e che ogni volta mi lascia basito.

Il rap di Fibra è la punteggiatura dei suoi testi, è il navigatore che ti mostra dove ti vuole portare con le sue parole, senza la strada tracciata, le parole si perdono, si sfaldano, sono come un film in 3d visto senza occhiali.



Nel disco ci sono poche collaborazioni, non c'è spazio per i suoi colleghi, ma per pochi ospiti selezionati e incredibilmente funzionali al pezzo per cui sono stati chiamati.
Neffa in Panico è veramente perfetto, il suo cantato strascicato si integra totalmente con il mood del testo e della base.
Al Castellana meno conosciuto al grande pubblico ma presenza fissa nel panorama hip hop italiano, mette il sigillo di qualità su uno dei pezzi migliori e musicalmente più validi di tutto il disco, con un ritornello killer su "Che Tempi".
Infine il feat. più inatteso, quello di Elisa, che si traveste da cantante rnb e cesella un altro fantastico ritornello in "Dagli Sbagli si Impara", il pezzo più delicato e meno rabbioso di tutto il disco e forse l'unico con un velo di speranza.
Fibra in questo disco non concede favori, ma cerca solo di accaparrarsi il meglio dove è indispensabile. 

Se il rap in Italia ha messo radici, lo si deve a lui. 
Se tutti gli artisti che si sono affermati in questi ultimi anni avranno un futuro lo dovranno ancora a lui e a questo disco.
Perché  lui prima di tutti ha strappato l'etichettta di "genere per ragazzi" dall'hip-hop. 
Con Controcultura ha gettato le basi per far crescere letteralmente la scena, Guerra e Pace sdogana definitivamente l'hip hop come genere per adulti e lo eleva ufficialmente a "nuovo cantautorato italiano". 
I puristi di ogni genere si mettano l'anima in pace.











3 commenti:

  1. Avevo scritto un commento lunghissimo, ma s'è cancellato per problemi di log-in (te lo segnalo perchè commentare secondo me deve essere quanto più possibile user friendly).

    Ad ogni modo, ricominciamo da capo.
    Dissento. :D
    Fatto salvo che non sopporto il personaggio, provo a rispondere a quel che dici in ambito squisitamente musicale e partendo dal presupposto che anche il sottoscritto di hip-hop ne ascolta e apprezza pochissimo.
    1) La struttura dei pezzi. Io non vedo nulla di pionieristico in questo disco. Caparezza, coi primi due dischi, ha fatto molto meglio in quest'ottica e si parla di diversi anni fa. Pure gli ultimi Articolo 31 (e J-Ax poi), seppur in modo sbagliato, avevano già provato a superare il limite "voce incollata su una base" dando ai pezzi una struttura più complessa. Insomma, se vuoi dirmi che il lavoro è fatto molto bene in "Guerra e pace" ne possiamo parlare, ma sull'impatto seminale ed innovativo non ti seguo.
    2) Le rime. A me le rime di Fibra non piacciono proprio. Non ho le basi tecniche per parlare di "assenza di flow", ma l'impressione che ho io sentendolo è che siano mal costruite, pessimamente intrecciate e spesso formulate con una proprietà lessicale risibile per uno che vuol fare il rapper. Siamo a livello "sole-cuore-amore". E poi mi sembrano in generale poco incisive, nel senso che molto spesso son tante parole, ma manca la rima killer che chiude il discorso e colpisce in faccia.
    3) I contenuti. Premesso che qualsiasi musicista, se non mi prende con la musica, difficilmente avrà la mia attenzione per i contenuti (sono tra quelli che ritengono il contenuto un valore aggiunto, tra l'altro non necessario, per apprezzare un artista), da quel che ho sentito di Fibra la sua mi sembra musica di protesta facilona e acchiappaconsensi. Tipo il Grillo della musica contro. Non dice solo cose sbagliate, ma dice solo cose scritte per far leva sulla gente. C'è molto, moltissimo calcolo dietro. Ciò che fa scalpore è detto per fare scalpore, non per reale trasposizione dell'emotività di chi canta. Almeno così arriva a me. Poi oh, io son cresciuto coi Punkreas quindi per me il significato della musica di protesta è completamente diverso.
    Ecco, io la vedo più o meno così. ;)

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  2. (ho attivato i commenti anche per gli anonimi, ora dovrebbe funzionare bene)

    Caparezza e gli Articolo/J-ax per innovare il genere sono andati a finire in un altro genere, Caparezza tranne forse per il primissimo disco, più ha fatto più "crossover" (come fa '90 questa parola), gli Articolo hanno praticamente tolto il prefisso hip, ed è rimasto più pop rappato. J-ax non sapendo dove andare a parare poi si è inventato il rap n roll.
    Fibra invece ha innovato il genere (che poi innovare... ha solo portato in Italia quello che in america fanno già da 20 anni) restando nel genere.
    Per quel che riguarda i testi, a me pare uno che dice quello che vuole. Non mi pare musica di protesta, forse una volta, faceva protesta contro tutti e tutto, quando nei testi metteva tutto quello che poteva per fare scalpore e per scandalizzare, ora è molto diverso. Ora è molto più sottile, analizza quello che gli sta intorno senza per forza dare un giudizio o combattere contro qualcosa.
    Secondo me ti sei fatto un'idea sbagliata di lui, almeno di quello di oggi. Poi se lui ti sta sulle balle, c'è poco da fare, e ti posso capire perché non è che il personaggio si impegni molto per essere simpatico. Comunque se non l'hai mai sentita, ascoltati "idee stupide", è del 2006 ma da un'anticipazione di quello che poi diventerà.
    Poi neanche io sono un esperto eh, quindi magari fra 5 minuti arriva uno che ne sa e ci dice a tutti e due di andare a cagare :D

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    1. :D
      Adesso me la ascolto.
      Sì, io consoco meglio le prime cose, ma quest'ultimo l'avevo sentito incuriosito dal singolo, quello con mari&monti, che mi era sembrato una roba abbastanza pessima in generale, ma pure per lui.
      Dopo l'ascolto non m'era rimasto nulla se non i dubbi sopra citati.
      Per dire che ho apprezzato molto di più il disco di Fedez, con tutti i sacrosanti distinguo del caso.

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