5 dicembre 2013

A volte succede che una non notizia, diventi magicamente una notizia importante.
Succede che un fatto assolutamente ininfluente venga condito con supposizioni e ipotesi che stimolano i pensieri più nascosti. I pensieri più discriminatori e violenti, tutto quel sottobosco di intolleranza che cresce rigoglioso nel nostro paese diviso in due frange, la prima a livello nazionale che aspetta solo un pretesto per poter avere l'autorizzazione a dire "Io non sono razzista eh, però...". La seconda a livello locale si dedica al tiro al Pisapia, addossando tutte le colpe del mondo al Sindaco di Milano, come se nei venti anni di governo di destra la città sia stata un modello mondiale per livello di sicurezza e qualità della vita.
La notizia:


Questo in foto è il titolone che c'era oggi oggi in bella mostra sulla home del Corriere e poi riportato come notizia di apertura del Corriere Milano, preceduto da un altro articolo riportato sul sito e sulla prima pagina del Corriere in versione cartacea:



Analizziamo i singoli elementi, il titolo:

"Muore nel metrò dopo un borseggio"

Sulla versione cartacea del Corriere, la morte dell'uomo sembra causata direttamente dal borseggio, mettendo strettamente in relazione le due cose.

"Milano, tentato borseggio nel metrò 65enne si accascia e muore" 

Nel titolo del sito invece, la morte del signore viene immediatamente messa in relazione con lo scippo, ma se si analizza la frase, dice: il "65enne si accascia", non dice "viene colpito" o strattonato, picchiato. Le due cose non sono assolutamente in relazione, se non che lo spavento per il tentato borseggio possa aver scatenato il malore che ha causato la morte del signore. Ma lo spavento poteva essere causato da qualsiasi altra cosa in un'altra situazione. Evidentemente la morte è stata causata da un problema di salute, non dallo scippo in sé.

Analizziamo il fatto:

"borseggio" "tentato borseggio"

In realtà se si legge l'articolo on-line, lo scippo non c'è stato, e probabilmente non c'è stato neanche il tentativo. Non si sa se la vittima di questo presunto tentativo di scippo, (e sottolineo le parole "presunto tentativo di scippo" che non mettono in dubbio solo il fatto, ma anche che la possibilità che ci sia stata l'intenzione) sia stata il signore o qualcun altro. Anzi non si sa neanche se c'era qualcun'altro nel famigerato "mezzanino" perché dopo poche righe scrivono che era "l'unico testimone".
In sostanza non si sa nulla di certo, se non che un uomo è morto in metropolitana presumibilmente per un infarto o comunque un malore.
Inoltre per assurdo l'articolo finisce con:
"Il 65enne probabilmente era convinto che i tre «adocchiassero» i passeggeri ma nulla, al momento, può confermarlo."

Nell'articolo pubblicato precedentemente sull'edizione cartacea del Corriere e riportato anche online in realtà ci sono molti più dettagli, si parla di una gang di borseggiatori "forse dell'est" e si dice che forse è stato preso il cellulare all'uomo. Cosa poi non confermata. Ma in ogni caso si tratta solo di supposizioni poi quasi smentite dall'articolo pubblicato online. In realtà non interessa cosa sia successo veramente, ma interessa il pretesto.
Si sa che chi poi legge veramente tutti gli articoli è una minima parte di quelli che leggono il titolo.
Quindi non c'è niente di certo, si sta parlando del nulla.
E allora come mai una notizia che sostanzialmente non ha nessun elemento per esserlo diventa motivo di discussione in tv, sui giornali, alle macchinette del caffè, nei bar?

Ci sono alcuni elementi, che messi in relazione fra loro scatenano quel sottobosco di cui parlavo prima, e chi mette insieme questi "scoop" li conosce bene.

Elenchiamoli:

I mezzi pubblici: quei posti sporchi, pieni di extracomunitari, di zingari, di accattoni e di persone poco raccomandabili, mezzi poco efficienti, poco sicuri, sempre in ritardo e sinonimo di disagio, disservizi, ritardi, usati solo dai poveracci che non possono permettersi un SUV.

Lo scippo: da sempre il simbolo della mancanza sicurezza, del degrado, della "disgrazia" che può capitare in un qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, sinonimo di pericolo, della paura che scorre nelle città, dove ogni angolo pullula di malfattori che bramano il nostro portafoglio, o per essere più moderni, il nostro iPhone.

Lo straniero: l'articolo, come sempre, si affretta a farci sapere la nazionalità dei delinquenti. Già alla quinta riga viene ribadito per ben due volte che i delinquenti sono rumeni (con un errore ortografico e di battitura per di più):  
"A carico dei tre romeni, incensurati, Sono tutti rumeni, incensurati e senza fissa dimora tra i 16, 17 e 26 anni"
Tre rumeni, sono tutti rumeni, come a dire che non se ne salva neanche uno, senza fissa dimora, quindi zingari. Come se non bastasse sono pure giovani, perché non è più come una volta, i giovani di oggi son tutti delinquenti.

L'impunità: "rilasciati i tre presunti borseggiatori", sì perché "loro" sono sempre impuniti, "li mettono dentro e dopo un giorno sono già fuori", "altro che polizia, li lasciassero a me un giorno, vedi come li riduco", "vengono qui e fanno quello che vogliono", "noi appena sgarriamo di una virgola ci mandano equitalia, loro stuprano le donne, entrano a rubare nelle nostre case e nessuno fa niente". Si potrebbe scriverci un libro con queste frasi da bestie che si sentono in giro.

La Gang: la parola "gang", meglio se "baby", va tanto di moda nella cronaca nera ultimamente. Fa tanto favelas sudamericana, bronx, banlieue, subito si pensa a un'orda di giovani  armati di spranghe, tirapugni, coltelli, pistole, pronti a tutto per portarti via i tuoi averi, o in attesa del più piccolo pretesto per pestarti a sangue senza motivo.

Il brav'uomo: al 65enne ci si affretta a trovargli un nome, "La tragedia di Francesco..." si legge nel titolo di uno degli articoli correlati. Lo si chiama amichevolmente Francesco, per far entrare subito in empatia i lettori. Era un impiegato in attesa della pensione che era andato a prendere il pane, il panettiere diceva che era più felice ultimamente, perché sentiva l'avvicinarsi della pensione. Il perfetto ritratto di semplicità del nonno del Mulino Bianco distrutto da tre sporchi zingari, prima di potersi godere la tanto sospirata pensione.

Questi 6 elementi messi insieme scatenano una polveriera che esplode a comando, come dimostrano i 503 commenti all'articolo nel momento in cui sto scrivendo.

Piccola parentesi, vorrei consigliare al Corriere di eliminare la possibilità di commentare gli articoli.
Sotto a moltissimi degli articoli presenti sul sito, si leggono delle frasi che la maggior parte delle volte fanno vergognare di leggere il giornale, o il sito, frequentato da persone che per il livello di intelligenza, mi stupisce siano in grado di leggere e scrivere.

Oltretutto c'è un dispendio di energie per questo fatto che è a dir poco smisurato. Sono presenti ben 4 articoli/editoriali correlati alla vicenda, con foto e video del luogo dell'accaduto, come se non si sapesse com'è fatto un "mezzanino" della metropolitana.
Le parole usate  poi, sono al limite del grottesco, al livello degli strilli dei giornali locali, affissi fuori dalle edicole di paese:


"Paura nel mezzanino di Piazza de Angeli".

"Qualche minuto prima di crollare al suolo con gli occhi ribaltati, nel sottopassaggio semideserto del metrò divenuto forse angoscioso luogo di appostamento".


"Vigilantes disarmati ai tornelli".
E ci mancherebbe, cosa devono fare, sparare al primo che tenta di timbrare un biglietto con il trucco del burro cacao? (cosa che oggi non funziona più, fra l'altro)


Ci tengono a farci sapere che il nostro amico Francesco aveva avuto "Qualche lite con i primi immigrati egiziani..." ma che ultimamente aveva pure iniziato a salutarne uno...

Subito l'opposizione attacca, De Corato, preceduto dall'amico Salvini, non perde occasione di stare zitto: "Se confermate le circostanze, questa morte dopo un tentato borseggio è l’ennesima prova dell’emergenza sicurezza che dal 2011 vive la nostra città". Perché fino a un giorno prima dell'elezione di Pisapia, a Milano i portafogli li sfilavano vuoti e li restituivano pieni di biglietti da 100 euro.

Intanto tutto il carrozzone dei moralisti, allarmisti, razzisti, è partito e ha già fatto più di un giro di giostra. E infatti al momento non è successo sostanzialmente nulla di rilevante  (se non ci saranno altri accertamenti che confermeranno le ipotesi). 

Si farà un gran parlare dei controlli nelle stazioni, e sull'onda di questo falso allarme potrà eventualmente scattare un'ordinanza, verranno aumentati i controlli per un paio di settimane per poi tornare tutto alla normalità come se niente fosse successo.


L'importante è creare il pretesto che abbassi la nostra soglia di civiltà, il nostro apparente senso civico e la nostra ipocrita tolleranza, per accendere la discussione che rianimi la solita paura del diverso, dello straniero, e che accenda il dibattito su più fronti. Un dibattito che si auto-alimenta con il continuo scambio fra tolleranti e intolleranti, che presto si dimenticano del modo in cui è iniziato e inizieranno a insultarsi fra di loro, sconfinando nell'inutile. Fino a quando le frustrazioni personali non verranno sfogate, e non si saranno scaricate tutte le colpe del nostro fallimento su immigrati, emarginati, clandestini, zingari, e chiunque nella nostra ignorante mentalità rappresenti una minaccia per il nostro benessere e per il nostro quieto vivere. Infine la discussione arriverà a un punto morto e il pudore, la coscienza e l'ipocrisia torneranno a galla per farci sembrare cittadini tolleranti e civili, fino a quando non si troverà un altro pretesto per ravvivarla e far uscire quanto di più brutto c'è dentro di noi. 

A questi link trovate gli articoli di cui ho parlato:


Tentato furto, 65enne muore nel metrò Rilasciati tre dei presunti borseggiatori


Vittima dei ladri, si accascia e muore nel metrò Fermati tre ragazzi , forse una gang di borseggiatori

La tragedia di Francesco impiegato contento aspettando la pensione

Sicurezza, l’opposizione attacca la giunta Polemica dopo la morte del 65enne nel metrò

Vigilantes disarmati ai tornelli Controlli potenziati nelle stazioni













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