Il 2014 è l’anno giusto per mantenere quella promessa. Ad aprile esce Un’America, anticipato da Icaro e si capisce subito che il trio non ha intenzione di rimanere confinato nelle categorie che gli sono state assegnate. Il suono diventa più ricco e più distorto, si va verso la new wave e il post punk senza però perdere l’identità forte che avevano mostrato all’esordio. Qualcuno rimane spiazzato, ma nella maggior parte dei casi viene accolto bene, e dimostrano un coraggio e una voglia di sperimentare che per una band come loro non è banale, soprattutto in un paese come l’Italia e in un ambito come l’indie, nel quale con il secondo disco sono tutti pronti a dimenticarti per dedicarsi alla prossima next big thing.
Ora sono tornati sui palchi per presentare questo nuovo corso della band. Hanno inaugurato il tour partendo dalla miglior piazza possibile, quella del Mi Ami, dove hanno suonato sabato 7 giugno sul palco della collinetta da headliner, prima di Ghemon.
Ho raggiunto telefonicamente Marco Ulcigrai (voce e chitarra) nel pomeriggio durante la lunga attesa per il concerto serale, per parlare del disco e delle nuove sonorità della band.
Voi eravate già stati al Mi Ami se non ricordo male, vero?
“Eravamo già stati due anni fa quando era appena uscito il primo disco, che era uscito più o meno nello stesso periodo di questo, sempre sulla collinetta in orario pomeridiano, verso le sette se non ricordo male”.
Siete consapevoli di essere fra i più attesi questa sera?
“È una cosa che speriamo, visto l’orario sappiamo che Rockit & company puntano abbastanza su di noi quindi speriamo di essere attesi”.
Siete contenti di come è stato accolto il disco? Leggete le recensioni, vi interessate oppure la cosa non vi preoccupa?
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