24 marzo 2018
By Luca Doldi on sabato, marzo 24, 2018
- Il giorno precedente all'elezioni dei presidenti delle Camere, i media si affrettavano a dare la coalizione di centro-destra per finita e Silvio Berlusconi ormai archiviato, in favore di una leadership rafforzata di Salvini.
- Quest'ultimo dopo una prima fase di stallo nelle votazioni esce all'improvviso con la "Mossa Mattarella", ovvero tira fuori dal cilindro una votazione in blocco per la Bernini, che nessuno si aspetta, esattamente come fece Renzi con Mattarella durante l'elezione del Presidente della Repubblica.
- La Bernini è stata considerata frettolosamente lo scacco matto a Berlusconi che, fino a quel momento e oltre ha continuato a proporre Romani come presidente del Senato.
- Tuttavia la faccenda è stata sempre trattata dal punto di vista dei vincitori delle elezioni, Di Maio e Salvini, facendoci credere che fossero loro a dare le carte.
- Nel giorno delle elezioni dei presidenti però, Di Maio si affretta a dire che Fraccaro in realtà non era la loro prima scelta ma solo un bluff per poi far eleggere Fico, quasi a voler forzare una lettura favorevole per loro.
Se invece il bluff l'avesse fatto il vecchio Silvio?
Proviamo a guardare tutta la faccenda dal suo punto di vista.
- Tutti sanno che i 5 stelle non accetterebbero mai di votare un condannato a presidente del Senato (o della Camera) e Berlusconi invece cosa fa? Propone esattamente un condannato (per peculato): Paolo Romani.
- Così facendo costringe i cinque stelle a giocare in difesa, partendo già con una mossa da scacco matto. Il Movimento non può accettarlo, altrimenti andrebbe contro a ogni suo dogma, ma in questo modo è costretto a scendere a patti con il diavolo in persona.
- L'accordo presto è fatto ma non è così semplice come Di Maio vuol farlo sembrare.
- Fraccaro è un fedelissimo del capo dei 5 stelle, difficile pensare che Di Maio preferisse Fico a lui.
- Da tempo il nuovo presidente della Camera è l'elemento destabilizzante del Movimento, è uno dei pochi che pensa con la sua testa e si permette di contraddire i vertici e la sua rivalità con Di Maio fatica a rimanere sotto traccia. La sua esclusione dalle candidature per l'elezione del possibile premier per i 5 Stelle è stata emblematica.
- Berlusconi ha vissuto un'esperienza simile nel suo passato: Gianfranco Fini, uomo forte dell'antica coalizione di centro destra, da Presidente della Camera ha consumato lo strappo finale con Silvio, proprio per l'impegno e l'imparzialità con cui ha svolto il suo compito.
- Costringendo i 5 stelle a porre condizioni sulla candidatura del presidente del Senato, si è messo nella posizione di poter fare lo stesso per la Camera.
- Se nella notte di venerdì tutti davano la coalizione di centrodestra definitivamente archiviata e Silvio definitvamente battuto da Salvini, il risveglio di sabato ci ha presentato una situazione totalmente ribaltata.
- La coalizione di centro destra è ancora in piedi e Silvio ha piazzato come presidente del Senato una delle sue donne più fedeli: Maria Elisabetta Alberti Casellati.
- Contemporaneamente ha costretto i 5 stelle a mettere come presidente della Camera uno dei meno allineati alla legge di Casaleggio: Roberto Fico.
-L'esperienza con Fini gli ha insegnato che proprio quel ruolo alla lunga potrebbe essere il punto di rottura definitivo di Fico con i 5 stelle, che perderebbero uno degli uomini più importanti e autorevoli del Movimento.
Ancora una volta forse, il Berlusconi dato per morto troppo presto è riuscito a ribaltare la situazione a suo favore e forse gli unici veri sconfitti di tutta questa storia sono proprio Di Maio e Salvini. Soprattutto quest'ultimo tentando il grande strappo, forse ha fatto il passo più lungo della gamba.
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