"Per dipingere una parete grande ci vuole un pennello grande", diceva il saggio.
E per fare un grande disco Metal?
Che domande, ci vogliono dei grandi riff Metal.
... e cosa troverete in questo disco?
Dei grandi riff Metal.
La recensione potrebbe finire qui, perché questo è tutto quello che avete bisogno di sapere su questo disco.
ZOLLE è il nuovo progetto "agricolo" targato Supernatural Cat (Ufomammut, Ovo, Morkobot...), e si sa che la loro fattoria produce solo cose genuine, frutti grezzi e saporiti che la terra ci offre, con una punturina di lsd per dagli quel tocco in più che male non fa.
ZOLLE sono Marcello (MorKobot) e Stefano, pastore e contadino, di quelli "come una volta", che fanno tutto a mano, senza additivi, conservanti e pesticidi.
Non c'è voce, perché quando si lavora nella solitudine dei campi o insieme agli animali non si parla con nessuno, al massimo si grugnisce o si fanno dei sonori peti per spezzare il silenzio della campagna.
Basterebbero anche solo i titoli per recensire questo disco:
01 - Trakthor
02 - LeeQuame
03 - Forko
04 - Mayale
05 - Ma Ja To Ya!
06 - Melicow
07 - Heavy Letam
08 - Weetellah
09 - Trynchatowak
10 - Moongitruce
E cosa ci trovate dentro?
Dentro ci trovate riff e ritmiche che scavano nella terra. Avete predente quei terreni appena arati e rimestati, dalla superficie irregolare e di un marrone vivo che spiccano in mezzo ai campi coltivati?
Ecco questa è l'immagine che rappresenta alla perfezione Zolle.
Registrato usando una batteria in rame, come il paiolo della polenta, e un vecchio amplificatore degli anni '50.
Un lavoro grezzo, con un'identità forte, che riporta alla luce le radici del genere e le usa come unico strumento per disegnare pezzi brevi e intensi.
Unica concessione, alcune spruzzate molto discrete di sinth e xilofono, per il resto un monolite di chitarre e batterie, divise equamente fra ritmiche lente e ipnotiche e sferzate di riff spaccaossa e batteria pestata come se non ci fosse domani. Si va dallo stoner tirato di "Weetellah", al quasi doom di "Leequame", allo sludge di "Forko" o al classic metal di "Heavy Letam"" sulla quale viene quasi voglia di lanciare uno "yeEEaaAAH" Hetfildiano. I confini fra i generi, con un'impalcatura così ridotta all'osso, sono sottilissimi, ed è probabile che ognuno senta qualcosa di diverso a seconda dei suoi ascolti.
Ma non ci si può soffermare troppo sul genere in un disco così.
Pochi fronzoli, solo badilate in testa.
Stasera non perdetevi il release party all'Arci Lo-Fi di Milano.
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