10 dicembre 2012




Parlando con varie persone, sentendo i discorsi che si fanno per le strade, o nei negozi, c'è sempre la tendenza a dividere in due categorie distinte l'Italia, e non parlo di geografia.

La divisione di cui parlo è molto sottile, ma al tempo stesso fondamentale per la coscienza e il pensiero degli Italiani: da una parte c'è il popolo italiano e dall'altra ci sono "i politici".

I politici vengono messi sempre in una sezione a parte nei discorsi, si parla di loro come se fossero una cosa distaccata, come se non facessero neanche parte di questo paese. "I politici" per molti italiani sono uno stato a parte, sono un'entità astratta, qualcosa di lontano e di pericoloso. Già solo la parola "politici" crea una spersonalizzazione profonda e pericolosa delle persone, dei cittadini, che sono inclusi in quella categoria.

In realtà i "politici", non sono nient'altro che parte del popolo, eletta dal popolo, alle quali vengono delegate decisioni riguardanti il popolo.

Molti di voi, anche io, soprattutto chi vive in piccoli paesi avranno amici impegnati in politica, con cariche nel consiglio comunale. Per cui basta guardarsi un po' intorno, per rendersi conto che "i politici" non sono una categoria lontana e astratta, ma sono molto più veri e vicini a noi di quanto si pensi, a volte sono anche nello specchio.

Questa spersonalizzazione, questa tendenza a relegarli nel loro angolo sporco, permette al popolo di sentirsi pulito, di sentirsi estraneo, di lavarsi la coscienza.

Purtroppo però i politici sono la diretta conseguenza delle nostre scelte, delle scelte di tutti. E non parlo solo delle scelte elettorali, ma delle scelte che facciamo tutti i giorni, anche la più piccola.

Ma non voglio fare la paternale sul senso civico, o sulle responsabilità dei cittadini, anche se è un argomento che ho sempre piacere di affrontare.

Quello che vorrei fare è riflettere  sulla  situazione in cui siamo piombati da un paio di giorni.

Siamo rimasti tutti storditi dal rientro in scivolata di Berlusconi, e neanche il tempo di rialzarci da terra, che subito è arrivato un altro calcione sugli stinchi, sotto forma di crisi di governo.

Non hanno neanche fatto in tempo a spruzzarci il ghiaccio spray, che subito siamo stati abbattuti un'altra volta dalla borsa e dallo spread.

In cinque giorni, siamo tornati indietro di un anno, in una settimana è stato cancellato un anno di governo tecnico, un anno di regole, di rigore, di cambiamento (perlomeno un tentativo).

Ma questo ribaltamento non è solo frutto del delirio di onnipotenza di una persona, arriva da un po' più lontano. Purtroppo, per quanto mi dia fastidio dare ragione a quell'uomo, quando dice che gli è stato chiesto a gran voce di tornare, indirettamente ha ragione...

Gli è stato chiesto il 2 dicembre.

E gliel'hanno chiesto circa un milione e settecentomila italiani.

Con le primarie del centrosinistra gli Italiani non hanno solo scelto un candidato premier. Hanno deciso che la vecchia politica non è poi così male. Che nonostante i danni, i disastri fatti in questi anni, tutto sommato non ci possiamo lamentare. Gli italiani hanno deciso che il cambiamento tanto sbandierato non lo vuole nessuno, che stiamo bene con quello che abbiamo e  non c'è bisogno di andare avanti, meglio stare fermi dove siamo, meglio non rischiare. Anzi forse è meglio tornare anche indietro. Gli italiani hanno deciso che il "vecchio" è ancora buono, è ancora valido, che è meglio tenersi le solite facce tanto contestate e chiaccherate.

E allora se gli italiani vogliono le solite facce, chi è la faccia più "solita", la più conosciuta, la più chiaccherata della vecchia politica? 




Ma torniamo indietro ancora a qualche settimana fa... è stata tutta un'improvvisata quella di Berlusconi?

Quanto ha influito lo sbando, la totale deriva del Pdl nel periodo di campagna elettorale della sinistra, sulla scelta ultra-conservativa di Bersani?

Quanto hanno influito i continui e subdoli attestati di stima a doppio taglio dal PDL nei confronti di Renzi?

Le primarie più volte sono state definite una "scelta per il prossimo premier", perché con il Pdl in pezzi non esisteva un altro schieramento in grado di intimorire il consenso del PD.

Anche per questo motivo il voto si è indirizzato verso un leader  più adatto all'illusorio tempo di pace che ci avrebbe aspettato dopo la messa in sicurezza di Monti. E' stato scelto quello che nell'immaginario collettivo è un pacato "amministratore", piuttosto che un giovane generale dal cervello affilato. Ma appena il leader si è insediato, le legioni nemiche fino a quel momento nascoste nella boscaglia (e pronte comunque ad eleggere un nuovo rampante generale, fosse servito), hanno attaccato.

E' sempre la solita e collaudata strategia della tanatosi.

Ma se avesse vinto Renzi  (un uomo solo contro il proprio partito e contro tutta la classe dirigente, senza alcun sostegno istituzionale) sarebbe stata assordante la richiesta di cambiamento degli italiani. Tutti i partiti a quel punto sarebbero stati costretti a correre ai ripari, compreso il PDL, che quando si tratta di seguire le mode non è secondo a nessuno. Sarebbe stata una corsa a presentare la faccia più fresca, più nuova, più immacolata per assecondare la richiesta. Piuttosto avrebbero cambiato la Costituzione per poter presentare candidati di 16 anni, e Berlusconi non avrebbe aspettato altro...

Ma, ahimè, così non è stato e le conseguenze sono quelle che stiamo vivendo in questa giornata.

In ogni caso, nessuno nei fortini dei vecchi partiti aveva intenzione di togliersi di mezzo.

Durante la campagna elettorale, sì è assistito a un clamoroso processo di morphing. Tutto a un tratto Renzi era l'uomo politico navigato, quello con gli scheletri nell'armadio, quello da radiografare in tutte le sue "innumerevoli" esperienze passate, il politico scafato, di lungo corso. Questo processo ha prodotto una serie infinita di accuse che per fortuna qualcuno si è preoccupato di raccogliere, a cui ne aggiungo un paio: la Corte dei Conti che con un tempismo perfetto, fra il primo e il secondo turno delle primarie boccia il Comune di Firenze, e il M5s che nonostante si definisca il baluardo del rinnovamento, con un tempismo degno del miglior Sallusti, inizia a pubblicare video di denuncia delle "Folli spese di Renzi", sempre prima del ballottaggio.

Bersani invece si trasforma nell'immacolato chierichetto di provincia, planato al parlamento direttamente da Bettola, con il parroco, la pompa di benzina, e i genitori a fare da sfondo. Ci sarebbe anche da parlare dell'assist clamoroso  di Vespa, che lo fa piangere "in diretta" mostrandogli il filmato dei suoi genitori, ma questa è un'altra storia.

Nessuno durante il periodo di campagna elettorale è andato ad analizzare quello che ha fatto Bersani dal MILLENOVECENTOTTANTA a oggi.  Fra le altre cose è stato (cito wikipedia) Ministro dell'Industria, Commercio e Artigianato nei governi Prodi I e D'Alema I, Ministro dei Trasporti e della Navigazione nei governi D'Alema II e Amato II, Ministro dello Sviluppo Economico nel governo Prodi II.

Quindi qualche responsabilità sul disfacimento economico attuale forse ce l'avrà anche lui... no?

Ma alla fine, come dicevo prima,  quello che conta sono le scelte degli italiani. Ogni scelta, dalla più piccola alla più grande. E mai come questa volta la scelta era importante.

Gli italiani avevano in mano forse la più grossa possibilità di voltare pagina, dal '94 a oggi.

Il 61%, SESSANTUNO PERCENTO degli italiani, ha spazzato via con una crocetta ogni tentativo di rinnovamento e ogni possibilità di voltare pagina. Non è stato un risultato equilibrato, è stato netto, schiacciante. E anche per questo la conseguenza di quel risultato è stata altrettanto netta e schiacciante, non è un caso, ce lo abbiamo sotto gli occhi.

Che lo vogliate o no, il risultato di quella scelta è la causa diretta di quello che sta accadendo oggi.

Come se non bastasse, non è così scontata la vittoria di Bersani alle prossime elezioni. La mancanza di memoria a breve termine (ma anche a lungo) degli italiani, la morsa sui portafogli e la stretta sulle tasse, la  famiglie stremate, costrette a fare i conti con sempre meno soldi, sono una preda fin troppo facile per Silvio.

Forte dell'abolizione dell'ICI, e della reimmessa IMU pronta per essere abolita anche lei, troverà molte pance scoperte a cui rivolgersi, alle quali risparmiare anche 1000 euro  all'anno farebbe la differenza fra l'essere piene o vuote. Dite che non è possibile che  ci caschiamo un'altra volta? L'abbiamo detto anche nel 2008.

Se non si presentano terzi incomodi (il m5s dubito che riesca a impensierire i partiti e le loro alleanze alle politiche), i prossimi mesi rischiano di essere molto bui...

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